lunedì 3 febbraio 2014

Portare avanti un tema, siate rigorosi.

Come vi dissi ho iniziato a fotografare nel 1978, i primi tre, quattro anni sono passati nella ricerca della conoscenza tecnica. Cominciai dopo qualche anno a fotografare a tema. Ero particolarmente attratto dalle ombre da qualsiasi cosa o persona venissero causate, anche oggi continuo a produrre ombre.


Osservate queste prime 4 foto e l'anno di scatto.
                                                   La 2 cv - Roma 1982 - Franco Olivetti


                                     Francesco e la cancellata - Roma 1983 - Franco Olivetti


                                           Il segnale stradale - Roma 1985 - Franco Olivetti


                                                 Autoritratto - Roma 2014 - Franco Olivetti

Ora osservate le prossime 4 immagini.
                                          Ombre di alberi - Roma 1985 - Franco Olivetti


                                           Ombre di alberi - Roma 1986 - Franco Olivetti


                                           Ombre di alberi - Roma 1987 - Franco Olivetti


                                           Ombre di alberi - Roma 1985 - Franco Olivetti

Come potrete osservare, il titolo è sempre lo stesso, in questo caso si tratta di un tema nel tema, solo ombre di alberi, diamo cosi un valore aggiunto alla nostra ricerca, come dire...siamo, siate rigorosi.

giovedì 2 gennaio 2014

William Eugene Smith (Wichita, 30 dicembre 1918 – Tucson, 15 ottobre 1978)

A cosa serve una grande profondità di campo se non c'è un'adeguata profondità di sentimento?
Eugene Smith

Questa citazione del grande fotografo statunitense lo descrive in modo eccezionale, la tecnica sicuramente aiuta ma è il cuore a fare la differenza e ciò si vede nelle sue immagini.

Sintetizzerò la sua eccezionale produzione con tre immagini che hanno toccato le mie corde. Penso che un grande fotografo sia come un grande violinista, emoziona con le sue immagini, anche quelle apparentemente più semplici.


                                         A walk to Paradise Garden - 1945 - Eugene Smith

La prima produzione di E.S. andò persa fu lui stesso a distruggere le sue foto ritenute troppo scarse per conservarle.
Dal 1939 fotografò per Life soprattutto come corrispondente di guerra, fu ferito e per lungo tempo smise di scattare. L'immagine dei due bambini che si tengono per mano è la prima dopo il ferimento, la rinascita per lui come fotografo e icona della ripresa della vita dopo la seconda guerra mondiale.



                                           Tomoko Uemura in Her Bath-1971 -  Eugene Smith

Questa seconda immagine fa parte di un lavoro che descrive gli effetti dell'inquinamento da mercurio in Giappone, precisamente a Minamata. Come la "pietà di Michelangelo" mi arriva così nella descrizione dell'affetto di una madre Ryeko Uemura verso la figlia Tomoko Uemura affetta dalla malattia da mercurio mentre viene immersa nella vasca da bagno.


                                 Country doctor - Kremmling Colorado 1948 - Eugene Smith

Questa ultima foto riassume un lavoro di 23 giorni realizzato per Life sul lavoro di un dottore di campagna, le altre immagini sono altrettanto belle e descrivono la passione del medico per la sua professione.





giovedì 28 novembre 2013

Tempi

Dopo aver parlato dei diaframmi, vale a dire della quantità di luce che si fa entrare all'interno di un obiettivo, descrivo a grandi linee la funzione dei tempi di esposizione.
Se desideriamo avere un soggetto mosso andremo verso dei tempi lenti 1/15 (un quindicesimo), 1/8 (un ottavo) di secondo ecc., oppure se vogliamo congelare il movimento di un soggetto utilizzeremo dei tempi veloci 1/000 - 1/2000 - 1/4000 di secondo.


Queste due foto che seguono sono state scattate con una focale fissa di 135 mm a 1/250 di secondo, come potete osservare i soggetti sono fermi non si intravvede nemmeno il movimento dei remi.
Il tempo abbastanza veloce ha consentito di congelare il movimento ma non sarebbe bastato per riprendere una macchina in corsa. Quello che voglio dire è che non c'è un tempo di esposizione che va bene per tutto bensì dobbiamo valutare la velocità del soggetto, la distanza a cui stiamo da esso, la focale usata.

                                                        Franco Olivetti - Roma Tevere 1985

                                                         Franco Olivetti - Roma Tevere 1985


Andiamo a vedere la prossima immagine, si tratta di cavalli in corsa, qui si è voluto il mosso e in questo caso particolare si tratta di un "Panning" vale a dire un mosso a seguire i soggetti, si avrà cosi un effetto movimento sullo sfondo e il soggetto principale nitido. Come potete osservare il tempo usato di 1/60 pur essendo abbastanza veloce per avere questo effetto, nel caso dei cavalli molto veloci e abbastanza vicini all'obiettivo, fa si di avere mosse le zampe, lo sfondo e quasi fermi i corpi. In ogni caso quando si fanno questo tipo di riprese è il caso di fare più scatti con tempi diversi.

                                                       Franco Olivetti - Roma Capannelle 1985


Un altro tipo si mosso può essere ottenuto scuotendo la macchina al momento dello scatto, 1/8 di secondo è bastato per avere la seguente immagine.
                                       Franco Olivetti - Roma Caracalla 1985 - Gara dilettanti



Il mosso più semplice da realizzare è quello nell'esempio che segue. Inquadrate l'ambiente a 1/30 di secondo, in questo caso con un grandangolare, la giostra verrà mossa per via del tempo lento.


                                                   Franco Olivetti - Roma Villa Lazzaroni 1993


A presto
Franz



venerdì 15 novembre 2013

Diaframmi - Tempi - Sensibilità - 1

Cosa è un diaframma? A cosa serve?
In fotografia il diaframma è un'apertura posizionata all'interno dell'obiettivo che fa passare più o meno luce a seconda del valore impostato.

photo courtesy Wikipedia
 Quasi nella totalità delle macchine fotografiche quando inquadriamo abbiamo una visione a tutta apertura, il diaframma rimane aperto facendo intravedere le lenti per intero, il diaframma si chiude al momento dello scatto per tornare immediatamente in posizione di tutta apertura.

photo courtesy Wikipedia

 Da questa animazione potete vedere i diaframmi più consueti negli obiettivi cosiddetti normali luminosi che vanno in questo caso da 1,8 a 22, nel primo caso entra luce in tutto l'obiettivo (tutta apertura) nel secondo a 22 sfruttiamo solo una piccola porzione centrale delle lenti alla massima chiusura di diaframma.
Normalmente nei tanti zoom esistenti i diaframmi vanno da un valore 4 a 22 in alcuni casi da 3,5 a 22 ove 3.5 è un valore intemedio tra 2,8 e 4.
Nelle macchine digitali appaiono altri diaframmi che altro non sono che valori intermedi (di 1/3 di diaframma) tra quelli che definiscono uno stop (vedremo in futuro cosa voglia dire).

Roma 2002 - Franco Olivetti

Prendiamo per esempio un prato bene illuminato dal sole con la macchina impostata a 100 asa,  corrisponde la situazione ad un certo valore luce, in questo caso 14. Ogni situazione con un minimo o un massimo di luce corrisponde ad un relativo valore luce chiamato EV che sta per valore Esposimetrico. In questo caso deciderei di usare per esempio la combinazione 1/125 di secondo a 11 di diaframma.




Ho realizzato questa tabella semplificata che corrisponde appunto a questa situazione. Potrei scegliere a 100 asa di usare oltre a 1/125  11  tutte le altre combinazioni più probabili, nel caso dei tempi più lunghi come 1/15 di secondo a 32 avrei bisogno di un cavalletto per evitare il micromosso. Facciamo finta di avere con noi un cavalletto e di usare tutte le combinazioni proposte nel riquadro di sinistra posizionando a infinito la messa a fuoco, avremmo in ogni caso sempre la stessa immagine.
Cosa succede? Ogni volta che passiamo da un tempo ad un altro faremo passare meno o più luce dimezzando o raddoppiando il tempo di esposizione, relativamente il diaframma dovrà essere aperto o chiuso per far passare il doppio o la metà della luce.
Nella tabella a destra vedremo che se nella stessa situazione decidiamo di usare 200 asa avremo i valori spostati di un livello in quanto 200 asa ha il doppio della sensibilità alla luce.
Quando parlavo nel post di matematica mi riferivo a questo, nel caso della sensibilità si raddoppia questa capacità passando da 100 a 200 a 400 a 800 a 1600 a 3200 a 6400 e cosi via raddoppiando il valore di volta in volta.
Quale è allora la necessità di avere tutte queste combinazioni?

Abruzzo 2006 - Franco Olivetti




Profondità di campo Nel caso in cui vogliamo una foto a fuoco nel primo piano fino a infinito dovremo chiudere il più possibile il diaframma verso i valori 16 o 22 meglio ancora se usate il grandangolare. Perchè succede questo? E' un fatto ottico di costruzione delle lenti che non ho mai in verità troppo approfondito (essendo fotografo e non ingegnere ottico) sfruttando la parte centrale delle lenti di un obiettivo si useranno meno superfici concave e convesse dei cristalli bensì le parti più piatte e vicine tra loro, questo fa sì che la messa a fuoco sia ottima in primo piano fino ad infinito.
Un consiglio quando realizzate un paesaggio fate si che in primo piano ci sia qualche cosa che dia il senso di profondità, una persona, un animale, una pietra, un albero ecc. nel caso dell'esempio in basso è bastata una pedana in legno.

Cirò Marina 2011 - Franco Olivetti

A presto
Franz

giovedì 14 novembre 2013

Dal 1978 al 2013

Presento questo mio blog con un brevissimo post pubblicando una delle mie prime fotografie e una delle ultime, un salto nel tempo di 35 anni in cui la fotografia ha accompagnato giornalmente la mia vita.

Questo blog vuole essere un percorso nel digitale con immersioni nell'analogico, metterò a disposizione la mia esperienza trentacinquennale consapevole che per acquisire tutta la tecnica non basterebbero in realtà un paio di vite.

Non lesinate commenti, pareri, suggerimenti, sono qui per crescere ancora insieme a voi.

1978 Sgurgola - una delle mie prime fotografie - scansione da diapositiva - Zenit E    

 



Zenit E reflex russa la mia prima macchina comprata a 35.000 lire nel 1978
Appignano 2013 - una delle mie ultime fotografie - file digitale - Nikon D700 - scelta da National Geographic

Nikon D700 la mia ultima reflex digitale acquistata nel 2012

A questo post introduttivo ne seguirà uno dove inizieremo a parlare di tempi, diaframmi e sensibilità alla luce, variabili che tra loro hanno una stretta scienza, la matematica, a presto,
Franz